domenica 11 dicembre 2016

It's too late - to be grateful

"se non è lei, avremo risparmiato qualche anno in più di quella stronza tortura mentale...a quella ragazza."
-
"volevo solo dirti,
non so se ci rivedremo ancora da adesso a quando avrai scontato la tua pena, ma se continuerai verso la strada che hai intrapreso, sicuramente ci rivedremo, e sono certo che la cosa non ti piacerà affatto, quindi riga dritto, e dimostrami che sto sbagliando."

San Quentin, what good do you think you do?
Do you think I'll be different when you're through?
You bent my heart and mind and you may my soul,
And your stone walls turn my blood a little cold.

San Quentin, may you rot and burn in hell.
May your walls fall and may I live to tell.
May all the world forget you ever stood.
And may all the world regret you did no good.

giovedì 8 dicembre 2016

I don't feel alone

Serra i denti sul confine sbiadito della coscienza, ogni battito del cuore è una persona, un ricordo, una ferita aperta, un torto subito e un torto restituito al vento, alla casualità, magari a un innocente. Conta le ore, ma sono solo minuti. Maledice Dio di non avere uno specchio per guardarsi l'orrore che ha in faccia, per essere orgogliosa dello sfregio che le ha scavato la pelle. Il dolore -addomesticato in parte dai farmaci, striscia sotto i muscoli come un covo di millepiedi. E' così ostinatamente stupida, e testarda, da provare in ogni modo a muovere la spalla sinistra. Non si arrende mai. Mai. E il confine con la coscienza si sbriciola in polvere, le scivola tra i capelli come sudore colloso, freddo.

Sa con certezza di non essere sola, di avere dei chiodi piantati dentro le ossa che le impediscono di scivolare nel buio dell'incertezza. Di vacillare. Il fisico regge a malapena, è accasciato e molle come un panno strizzato, ma quando si rifugia negli angoli della sua mente sa di essere inspiegabilmente forte. Se guarda bene, oltre i vetri della stanza, oltre le pareti spoglie, vede il cielo intossicato della North, la fortezza corrotta dei palazzi ammucchiati senza ordine nel caos. Vede i tossici che le fanno compagnia la notte agli angoli delle strade: Cleo con i suoi assegni familiari spesi in cocaina e quattro angeli come figli ammucchiati ai piedi dell'unico letto che può permettersi, Daisy con i suoi lividi in faccia e i denti rotti che piange e giura di essere colpevole per ogni scarica di rabbia che le lascia addosso il suo ragazzo, Nolan con la sua laurea in filosofia, che si consuma nella meth e vende sorrisi e scopate per sentirsi meno solo, e tutte le ballerine del Bunny a cui allunga una mano ogni volta sapendo di farsela sbranare.

Vede le labbra dritte e gli occhi impassibili di Naoko, un soldato impietoso e una madre distante, gli abbracci troppo forti di Alex e Tyler, le corse in macchina di Brian e le fughe da scuola, i baci vigliacchi di Vincent e le sigarette che si è lasciato rubare.

Vede il sorriso di Leonard la prima volta che l'ha conosciuto e non se lo vuole ricordare in nessun altra maniera, Mike uscire da casa della madre e andarle incontro come un randagio, e ridere, ridere di tutte le disgrazie, William fare lo sbruffone con tutto il mondo, la paranoia di Roger e le sue battute moleste, Raul e tutte le cose belle che ha dimenticato, che ha lasciato nelle celle per alimentarsi di rabbia e rancore, Mare che le dice: sarai sempre una dei miei, senza chiederle niente.

A un passo dalla sand, ha smesso di avere paura. E quando all'improvviso ricorda di aver ammazzato Blue, di aver scampato la morte per un soffio di fortuna, il respiro si fa più forte e maledice Dio di non avere uno specchio per guardarsi l'orrore che ha in faccia.