giovedì 26 gennaio 2017

but you know, I would hate anything to happen to her

Agosto 2021,
New York

Il primo calcio esplode dritto nelle costole, non sa nemmeno come ci è finita a terra, apre gli occhi troppo pieni di lacrime per permetterle di mettere a fuoco Lucien che le sta addosso a dentri stetti, con il fiato corto e urla. Urla cose sconnesse: dov'è la droga, l'hai nascosta tu, tiri sempre la corda perchè ti piace vedermi stare male. Dov'è la droga non lo sa, si sforza disperatamente di ricordare l'ultima busta di coca che ha visto in casa. Sputa sangue e strozza sillabe impastate di stordimento e urgenza che non hanno nessun suono. Lucien ha una rabbia cieca, un vuoto allo stomaco che lo fa sudare, un prurito così forte che quasi vorrebbe strapparsi la pelle dalle ossa. Brucia, sta bruciando, trema, afferra Jody per i capelli e la sbatte contro le mattonelle del bagno fino a quando non la vede finire a terra. Fino a quando non smette di sentire quel fastidioso rantolio che gli schiaccia il petto. Non gli permette di respirare, nemmeno gli occhi di Jody gli permettono di respirare, non sopporta nemmeno quelli, non sopporta il dispiacere che le legge in faccia, la preoccupazione, e la devozione instacabile che le permette di rimanere al suo fianco anche quando i demoni gli strappano il cervello. Ha una paura fottuta di rimanere solo, di accorgersi che un giorno l'affetto instancabile è diventato disgusto. Non gli bastano tutti i baci del mondo, non gli bastano le sue gambe attorcigliate ai fianchi, le poesie bisbigliate all'alba. Non riesce a reggere la pressione della speranza ingenua di Jody che si riempie di lividi fino a non poterne più di respirare, pregando di avere in cambio un momento di pace. Di tregua. Per lui, per Pearl, per loro.

Il suo minuto di pace è il suono di un'abulanza che squarcia il buio in cui è affondata. La voce di uno sconosciuto che le chiede di aprire gli occhi, di tornare.
Torna indietro, non mi lasciare proprio stasera, torna indietro ovunque tu sia--cazzo torna indietro. 
Un minuto, un minuto ancora di silenzio, vi prego spegnete le urla di questa sirena.

Al suo risveglio Pearl le dorme accando e le tormenta tutti i tagli dichiarandole amore con l'irruenza impacciata e brusca di chi non sa contenere le emozioni né capirle, affogando da una risata a un pianto con la semplicità di una folata di vento. Il mondo si è improvvisamente rovesciato. Lucien se la bacia e le promette un motorino nuovo, le dice che la porterà al nuovo centro commerciale, le farà spendere tutti i soldi del mondo anche quelli che non hanno, monterà finalmente l'amaca nuova che hanno comprato, e ordinerà un materasso ad acqua, una piscina, riempirà i davanzali di fiori. Ogni bacio che le affonda sulle labbra spaccate, gli rende gli occhi più lucidi, la gola più stretta e il cuore più affaticato. Non riesce a strapparsi l'eco della paura che gli batte sotto le costole nemmeno quando Jody con molta fatica e un dolore lancinante, gli sorride e gli dice che vuole tornare a casa che senza di loro si sente morire. 


mercoledì 18 gennaio 2017

e ora che sei libera di scegliere, hai scelto cosa?


- presto quella speranza sarà di noi tutti, Jody. E se tu la rifiuterai, non sarai altro che una persona molto sola.

- mi sento già una persona molto sola. E' quello che ho scelto di essere.


Sarà che siamo
il conto alla rovescia del mondo,
il tiro di dadi
lasciati cadere
nella non-scelta,
sarà che quelli come noi
estinguono prima di estinguersi.
Sarà che il nostro destino è distruzione.
Ecco cosa sarà.

lunedì 16 gennaio 2017

another gram.

Sei avvoltoi fumano erba e cocaina, c'è chi se la spara in vena la cocaina perchè il tempo da quelle parti è tutto uguale, e qualcuno ha bisogno di accelerare per uscirne vivo. Sei avvoltoi seduti su una panchina giù alla North, a seguire le impennate con la motocross rossa fiammante, di un ragazzino poco più che tredicenne.
Parlano uno addosso all'altro, ridono, si tirano schiaffi e gomitate.
- ora cade
- gli si apre la testa sull'asfalto
- resta senza palle
- come fa a rimanere senza palle, cazzodici?
 - se non cade gli sparo io, che mi ha rotto tre quarti di cazzo con questa marmitta
- è solo un ragazzino lasciatelo in pace, io alla sua età ho scippato un tizio con la bici.
- e poi com'è finita?
- ma sopratutto che centra con la testa e le palle?
- mi ha ripreso con la macchina e mi ha investito.

Lo sfigato della comitiva -quello investito per uno scippo- è un cecchino del Syndicate smilzo smilzo, capelli rasati che a casa sua si prendono sempre tutti le pulci, e una psoriasi che non gli da tregua. Gli amici lo hanno rinominato "Scabbia". Jody è stesa su un motorino accanto alla panchina, è come se non fosse nemmeno presente, rigira tra le dita una siringa usata, con gli occhi persi tra le stelle lontane e l'ago sottile. Pensa a come deve essere sentire lo schianto nel cuore e il respiro fermarsi, se il perdono debba squagliarlo in un cucchiaio e iniettarselo in vena per far ripartire gli ingranaggi che le soffocano il cuore. 

- principessa culosecco?
Jody sbatte gli occhi e si ritrova Scabbia al suo fianco che le allunga una mano vicino al viso, aspetta di avere il permesso prima di scivolare con le dita scorticate dall'infiammazione e dal prurito tra i suoi capelli. Non risponde. E' lui a farsi più coraggio e a insistere.
- te l'ho già detto, ma te lo ripeterò ancora: qualsiasi merda ti passi per la testa non farla. Se le cose vanno male finisci in una colata di cemento. Un cedimento solo, basta uno per far venire i dubbi a tutti. Hai mille occhi addosso, una pistola alla tempia. Non ti serve anche una siringa. Un capo branco non piega la testa alla prima difficoltà.
- ancora credete a questa puttanata del capo branco.
- lo sai che intendo, anche noi abbiamo delle leggi.
- no sai niente, stai parlando a ruota di cazzo.
- ruota libera si dice
- ruota di cazzo andrà più che bene, lo ha deciso ora il capo branco.
- sono in tanti a volere il tuo posto culosecco. Fa attenzione.



"Zucchero ti osserveremo da vicino. O diventerai Head o sarà un'altra testa a rotolare. E sarebbe un peccato. Buona fortuna per questa sera."

mercoledì 11 gennaio 2017

overdose asshole ( I swear it's not too late )

Sfila gli stivali e corre a baciarsi Leonard con un sorriso perso, un rossetto consumato, l'anima intossicata, e gli occhi che combattono contro il sonno. Tutto il corpo combatte contro il sonno. Gli inchioda davanti. Lo capisce subito. Quasi subito.

Gli tira tre schiaffi in faccia prima di sentire il nodo in gola serrarsi a tenaglia. Non può essere, c'è il mare, ci sono le infradito da frocio, un laboratorio, c'è il posto sperduto dove se lo deve trascinare appena avrà abbastanza soldi e lasciapassare. Non può essere. Il quarto schiaffo fa schizzare la faccia di Leonard di lato in modo così innaturale che le si gela il sangue. Non risponde, non parla, nemmeno si muove. Lei parla invece: gli dice di non fare lo stronzo -primo pugno, che è uno scherzo di merda -secondo pugno. Lo minaccia e poi lo implora, lo scongiura e lo offende. Ottiene in cambio uno spicchio di sole, e ancora silenzio. La casa non era così fredda quando è entrata. Si inginocchia per raccogliere la siringa, la meth rimasta, l'accendino, il cucchiaio. Deve portarlo in clinica di corsa, ma non riesce a rimettersi dritta. Nel pieno del panico (il panico la fa diventare docile e molle) si accende una sigaretta e gli cerca i battiti del cuore per inerzia. Conta gli indizi, un'equazione matematica. Conta le priorità. Quali sono adesso queste priorità?

Far crepare Leonard Carter è una priorità? No, ma vorrebbe arrendersi all'agitazione senza combattere, non vuole perdere e non vuole combattere, semplice. Non arriverà mai in tempo e allora perché muoversi? Perchè correre, si è tolta anche le scarpe. E' tardi. E' sempre tutto troppo tardi, tempismo di merda. Fine della corsa. Può addormentarsi nel letto, con le lenzuola pulite e poi gridare a tutti che è stato un incidente. E se Sierra non ci crede e la ammazza? Una che cacciava mutanti potrebbe aver ammazzato Brain. Ma il movente? Ha qualche possibilità di essere incolpata? La lotta con la paranoia la distrae, funziona. Il colorito di Leonard fa sempre più schifo, e le sue spalle sembrano inchiodate nel legno. Ha quasi finito la sigaretta ed è ancora rannichiata. Scuote un braccio di Leonard nell'orrenda stupida speranza di vedergli riaprire gli occhi. Forse è solo troppo stanco, dovrebbe lasciarlo dormire, se lo merita. Lavora sempre troppo. 

A costringerla a tirarsi in piedi è il conato di vomito che le strozza la gola. Quattro minuti di niente. E' peccato mortale fare finta di niente? Forse è solo troppo stanco, dovrebbe lasciarlo dormire, se lo merita.

Ci sono scelte che nemmeno lei potrebbe mai perdonarsi, e anche se ha la netta e inspiegabile sensazione che salvarlo o lasciarlo marcire addormentato non cambierà le cose, decide ugualmente di raccogliere due stracci e trascinarselo per strada.

se sopravvive e gliela fai passare liscia, la stronza sei tu.